In tempo di guerra il regime dispiega un sistema di controllo capillare sulla popolazione, affidandosi anzitutto ad una rete ampia e pervasiva di informatori.
Anche la corrispondenza militare e civile è soggetta ad un vaglio minuzioso degli uffici di censura. Si tenta, senza riuscirvi, di filtrare il più possibile le comunicazioni fra i cittadini e le informazioni provenienti dall'estero.
Anche nella provincia di Firenze il sistema produttivo è mobilitato al servizio della guerra. Varie aziende industriali, come la Galileo e la Pignone, sono riconvertite alle esigenze della produzione bellica.
In questo contesto le condizioni del lavoro operaio diventano più rigide e severamente controllate; aumenta inoltre in modo significativo la presenza delle donne nelle fabbriche e nei servizi.
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