List of confiscated vehicles, December 1943 (ASFI)

With the passing of the months, life in Florence becomes more and more difficult. Food supplying becomes harder, especially because of the collapse of transport system.

In order to deal with the increasing difficulties, the occupiers and the Social Republic set up an intense requisition operation of vehicles and private goods, which did not meet the favour of the people.

Meanwhile the German financial offices transfer industrial plants and resources to the North of Italy or to the Reich.

Page from Giulio Supino's diary

24 giugno
Parmigiano 400 L.
Vado da Gigi e Sandro per la carne. Offro a loro, alla Sig.ra Umbra e a Cino burro che poi non c’è. Farina miscelata L. 65. Riso L. 70. Olio L. 1700 al fiasco. I prezzi sono in rapido rialzo. Nel 1934 con 500 lire al mese mandavo avanti la famiglia. [...] al fronte notizie di contrattacchi tedeschi. Nessun progresso inglese e anzi piccole infiltrazioni ted. Il Nuovo Giornale ha su 3 colonne la notizia della riconquista di Chiusi. Ho visto ieri gli uffici della razza (in via Cavour 24) chiusi. Mi dicono che tutto è finito in questo campo. Invece vi è ricerca di antifascisti. […] Vedo G. Dalla Piccola che racconta la fine di Leone Sinigallia (17 maggio lui, 4 giugno la sorella) [Leone Sinigaglia morì il 16 maggio di crepacuore al momento dell’arresto; la sorella Alisa morì il 5 giugno in casa di amici].Cino da Maurizio. Maurizio nascosto a sua volta. Dicono che le SS (che ora hanno in mano la città) vogliono fare una retata di professionisti antifascisti. Un barattolo da marmellata di cioccolata liquida L. 400 circa (L. 2100 al Kg). Dalla "Nazione" e Nuovo Giornale portano via macchine (ieri sera). Da stasera coprifuoco alle 22. Ieri e oggi niente allarmi nonostante che la contraerea abbia sparato più volte. Dicono che tutto il servizio avvistamento è andato via. Così pure la Todt.

Report on the “public mind” by the German Militärkommandantur, 18th December 1943

VI. Situazione generale e stato d'animo
Nel periodo oggetto del rapporto la situazione generale non ha subito sostanziali mutamenti. Lo stato d'animo della popolazione non è stato sottoposto a prove particolari. Nonostante l'atteggiamento riservato e attendista, che la maggioranza della popolazione ha assunto nei confronti della Wehrmacht, si può affermare, senza illusioni, che l'atmosfera generale è migliorata. La popolazione italiana riconosce con gratitudine che gli uffici tedeschi, nel quadro delle possibilità loro concesse dallo stato di guerra, si sforzano dì andare incontro alle sue esigenze. In particolare gli italiani sono per lo più convinti che gli uffici tedeschi lavorano correttamente, con equità e non si prestano alla corruzione. Questo fatto, ovvio per le abitudini tedesche, viene notato con soddisfazione dall'uomo della strada. Di contro, la risonanza del nuovo regime fascista continua ad essere estremamente scarsa e si può dire, senza tema di esagerare, che il popolo italiano ripone più fiducia nei «tedeschi» che nei fascisti. Misure impopolari, quali per esempio le limitazioni nella circolazione degli autoveicoli e nel consumo di carburante, il sequestro di automezzi, le difficoltà nell'approvvigionamento di tessuti provocate dal blocco delle fabbriche e del commercio all'ingrosso, colpiscono in misura molto più pesante i ceti abbienti. Tali provvedimenti vengono sì duramente criticati ma nello stesso tempo accettati senza eccessive proteste, tanto più che si è dell'opinione che le misure vengono applicate con criteri di equità, senza riguardo alla persona. Gran parte della popolazione, ricettiva nei confronti della propaganda radiofonica nemica [...], conta sull'eventualità di un ulteriore arretramento dei tedeschi oltre Firenze, verso nord. Siamo nell'impossibilità di dare un giudizio definitivo fino a che punto l'atteggiamento calmo degli italiani, dì cui sopra si è parlato, possa derivare dalla convinzione che ormai il regime tedesco potrebbe essere vicino al crollo. La naturale cortesia e cordialità del toscano rendono estremamente difficile capire ciò che la gente pensa veramente di queste questioni. Per lo stesso motivo non si riesce a valutare chiaramente come reagirebbe la popolazione qualora venisse sottoposta a prove che finora le sono state risparmiate (attacchi aerei e simili). Le misure disposte dal Dipartimento Alimentazione e Agricoltura per una disciplina più rigida dell'ammasso dei prodotti agricoli porteranno ad azioni molto energiche contro il mercato nero delle carni, che viene praticato quasi alla luce del sole. Sulla scorta delle esperienze finora fatte gli effetti psicologici negativi di tali provvedimenti nella cerchia di coloro che ne saranno colpiti verranno controbilanciati dalla convinzione, ancora una volta convalidata, che i «tedeschi», quando si tratta di misure rese necessarie dalla guerra, non si fermano nemmeno davanti a limiti di classe. L'opinione della popolazione sul fascismo si può riassumere pressappoco in questi termini: una grossa fetta dei fascisti che occupavano posti di maggior rilievo era corrotta, in cima alla corruzione c'era Ciano, Il Duce, grande idealista, non ha visto la situazione con sufficiente chiarezza e non ha fatto piazza pulita con la necessaria energia. E così una cricca di affaristi ha condotto il fascismo e logicamente anche l'Italia alla rovina. È indicativo il fatto che l'italiano, così liberale, non rimprovera al Duce tanto un'eccessiva durezza nei riguardi di Ciano e compagni, semmai esattamente il contrario. Nella ripulsa per l'«affarista» Ciano la popolazione mostra un'uniformità di pensiero rara in Italia.